Dal Mύθος al Λόγος: l’assenza del Padre e la narrazione autobiografica
Secondo la prospettiva junghiana, l’esperienza attuale dell’uomo è influenzata anche dal patrimonio culturale e mitologico di cui egli è, spesso inconsapevolmente, portatore. Nella propria famiglia, allo stesso modo, l’uomo sarà influenzato dalle storie, dai miti e dai fantasmi (familiari), tramandati di generazione in generazione. Così come la lettura incompleta di un mito può portare conseguenze sul piano culturale e antropologico, anche un mito familiare, non adeguatamente conosciuto, può ostacolare il distacco e l’individuazione del singolo membro dalla sua famiglia. Il Mύθος, portatore di un linguaggio dell’ inconscio primordiale, materno, dovrebbe essere letto anche alla luce del όγος, di una forma di pensiero razionale ed epistemologico, che aspira alla verità (paterno). Nelle situazioni familiari caratterizzate da un’assenza paterna, infatti, è proprio la spinta verso il fuori extrafamiliare e la ricerca della verità ad essere carente, con gravi conseguenze per lo sviluppo individuale. I gruppi “Narrazione”, nel lavoro con pazienti psichiatrici gravi, si sono rivelati preziosi strumenti riabilitativi, come è possibile osservare nella vignetta clinica presentata: forniscono un’occasione di confronto tra gli utenti nella ricerca delle proprie e altrui verità (funzione paterna) in una cornice gruppale accogliente e non giudicante (funzione materna).
Colangeli V.
Psicobiettivo, vol. XXXVII, “Esperienze”; Marzo 2017, Franco Angeli, Milano